La storia

Gavina, il robot che gioca a morra battuto in Sardegna

Gavina2121 e' un robot programmato per giocare a morra, piu' sofisticato del suo predecessore Gavin del 2010, ma in Sardegna neppure per lei c'e' stata partita

Il Corriere Redazione

24 Luglio 2021 - 21:56

Gavina, il robot che gioca a morra battuto in Sardegna

Gavina, il robot che gioca a morra battuto dai sardi

Gavina, che due donne del paese hanno vestito con cura con uno stile tradizionale sardo, per la sua prima uscita in pubblico, con camicia bianca, gonna nera e il tradizionale fazzoletto nero sulla testa, ha avuto la peggio contro  i cervelli dei giocatori della Sardegna, dove la morra e' un antico gioco identitario, per qualcuno addirittura un'arte. 

Gavina2121 e' un robot programmato per giocare a morra, piu' sofisticato del suo predecessore Gavin del 2010, ma in Sardegna neppure per lei c'e' stata partita, forse complice, a dirla tutta, un malfunzionamento dei suoi sensori in notturna. Gli sfidanti umani accorsi a Bitti, nel Nuorese, da Barbagia e Ogliastra, hanno battuto ieri sera Gavina, che due donne del paese hanno vestito con cura con uno stile tradizionale sardo, per la sua prima uscita in pubblico, con camicia bianca, gonna nera e il tradizionale fazzoletto nero sulla testa. E ora nel paese ogliastrino di Urzulei, le vogliono persino conferire la cittadinanza onoraria, come annuncia il vicesindaco Silvio Pisu: "La comunita' di Urzulei sta lavorando da decenni per valorizzare il gioco della Morra sarda", ricorda l'amministratore. "Ora stiamo studiando perbene la normativa nazionale per capire se e' possibile dare la cittadinanza onoraria a Gavina2121. Sarebbe la prima volta che un robot, o meglio una intelligenza artificiale pensata dall'uomo, porta a casa un riconoscimento del genere con tanto di documento di cittadinanza". "Gavina2121", aggiunge il vicesindaco, "sara' a breve ospitata negli spazi che stiamo allestendo per il futuro museo del gioco della morra a Urzulei".

 "Gavina non gioca mai due partite allo stesso modo", ha spiegato il professor Antonello Zizi dell'associazione 'Sociu po su jocu de sa Murra', nel descrivere le differenze fra lei e Gavin 1.0, applicazione da lui progettata nel 2010. "Le innovazioni principali riguardano le modalita' di apprendimento dei cervelli bayesiani non lineari, i quali conferiscono al robot un comportamento altamente competitivo e totalmente non deterministico". Ma evidentemente non sufficienti per battere i cervelli dei giocatori della Sardegna, dove la morra e' un antico gioco identitario, per qualcuno addirittura un'arte. "Dal punto di vista delle neuroscienze, la Morra sarda e' un vero prodigio del cervello, dove molte funzioni complesse (visione, udito, movimento, memoria) s'intersecano e si coordinano in un tempo eccezionalmente breve, al solo scopo di vincere", rivela il docente del dipartimento di Scienze biomediche dell'universita' di Sassari, Paolo Enrico. "Dei meccanismi di questo piccolo miracolo sappiamo ben poco, ma oggi abbiamo l'occasione di usare i metodi delle neuroscienze per studiarlo e soprattutto per capire cosa la Morra sarda ci puo' insegnare sulla capacita' del nostro cervello di prendere decisioni complesse in tempi brevissimi". 

 Prima della sconfitta di Gavina, nell'area museale di Bitti, si sono confrontati sui misteri del gioco della morra, studiosi di scienze cognitive e intelligenza artificiale provenienti dalle universita' del Michigan, di Cagliari e Sassari, dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e diverse associazioni, tra cui 'Sociu po su jocu de sa Murra' e 'Chintula'. Franco Delogu, bittese e animatore dell'iniziativa, docente al Multisensory laboratory della Lawrence technological University di Detroit, ha illustrato uno studio pubblicato nella rivista 'Frontiers of Psychology e condotto tra il Michigan e la Barbagia dall'ateneo americano e da quello di Cagliari. I ricercatori hanno osservato come i giocatori di morra esperti abbiano scarsa consapevolezza delle proprie strategie di gioco, elemento a sostegno dell'ipotesi che il gioco possa includere abilita' fuori dal controllo della coscienza. "Studiare la morra", ha spiegato Delogu, "mi offre una straordinaria occasione di mettere insieme passione per lo studio dei processi mentali con l'amore per gli usi e costumi della mia terra d'origine". "Gli studenti del professor Delogu giocano alla morra nella Lawrence Tech University di Detroit", ha ricordato Cristian Farina, assessore comunale al Turismo e ambiente di Bitti, che per primo ha giocato con Gavina. Secondo Carla Meloni e Rachele Fanari, docenti al dipartimento di Pedagogia, psicologia e filosofia dell'universita' di Cagliari, la morra puo' migliorare l'apprendimento dei piu' piccoli in eta' scolare. "La capacita' di cogliere il mondo in termini di numerosita' e' innata", spiega Meloni. "Con lo sviluppo del bambino le abilita' numeriche diventano sempre piu' complesse, soprattutto quando si inizia l'apprendimento formale della matematica. Utilizzare un gioco come la morra, che e' divertente e stimolante, potrebbe supportare la comprensione e manipolazione delle quantita' nella scuola primaria" La rivincita tra Gavina e giocatori umani si terra' presto e forse il risultato potrebbe essere diverso. 

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