Dietro le quinte

Ma che Maneskin: a vincere Sanremo è Ibra

È lui il vero protagonista della kermesse, con la sua lezione di sport e di vita, nel dire che in campo si scende per mettere alla prova se stessi; nel sottolineare che si può vincere e perdere, ma ogni giorno bisogna impegnarsi per fare la differenza

Roberta Galasso

07 Marzo 2021 - 08:33

Ma che Maneskin: a vincere Sanremo è Ibra

Zlatan Ibrahimovic

«Il fallimento non è il contrario del successo, è una parte del successo. Non fare niente è il più grande sbaglio che puoi fare. Impegno, dedizione, costanza, concentrazione», è la ricetta indicata da Zlatan Ibrahimovic perché ognuno di noi possa cimentarsi ad impastare i propri traguardi, piccoli o grandi che siano. Perché «nel suo piccolo, ognuno può essere Zlatan» e il Festival diventa una metafora della vita, per cui il palcoscenico appartiene a tutti.

Al termine delle cinque serate del Festival di Sanremo c'è un vincitore assoluto: è Zlatan Ibrahimovic. Campione sul campo, ha mostrato una vena comica da vero animale da palcoscenico. Tempi perfetti, presenza carismatica, mai un'indecisione. E' lui il mattatore della kermesse. E' riuscito a presentarsi al pubblico non solo come il campione che già tutti conoscevano, ma come persona e personaggio. E l'ultima serata, quella in cui viene decretato il vincitore, non fa eccezione, anzi. E' addirittura l'occasione per sfoderare un monologo, come un attore consumato, uscendo dalla gag dell'uomo al comando. "Sono venuto perché mi piace la sfida, l'adrenalina, crescere. Se non fai una sfida con te stesso non puoi crescere. Quando fai una sfida è come scendere in campo, quando scendi in campo puoi vincere o perdere. Io ho giocato 945 partite, ne ho vinte tante ma non tutte. Ho vinto 11 scudetti, ma ne ho anche perso qualcuno. Ho vinto tantissime coppe, ma ne ho persa qualcuna. Sono Zlatan anche senza aver vinto tutte le partite, sono Zlatan quando vinco e quando perdo. Ho fatto più di 500 gol, ma ne ho anche sbagliato qualcuno. Pochi. Qualche rigore è andato male, ma il fallimento non è il contrario del successo, è una parte del successo. Non fare niente è il più grande sbaglio che puoi fare. Se sbaglia Zlatan puoi sbagliare anche tu. La cosa importante è fare ogni giorno la differenza. Impegno, dedizione, costanza, concentrazione". E non si ferma qui: "Ho organizzato questo Festival per dirvi che ognuno di voi, nel suo piccolo, può essere Zlatan. Voi tutti siete Zlatan e io sono tutti voi. Questo non è il mio Festival, non è di Amadeus, ma è il vostro Festival. Dell'Italia intera. Grazie all'Italia, la mia seconda casa". Ma già prima di questo momento, più intenso, aveva creato un momento di ilarità con la sua formazione del Festival: "In attacco Zlatan, e c'è anche Ibra. A centrocampo Fiorello, lui è un bravissimo fantasista e il calcio senza fantasia non è bello. In difesa l'orchestra che ha difeso con i denti la forza della musica. Ama, tu sei portiere". Poi aveva aggiunto: "Achille Lauro fa lo stopper, mi sta simpatico, volevo fare lo scambio di maglia ma non si può perché è sempre nudo".E se nella serata finale Amadeus deve rinunciare alla co-conduttrice Simona Ventura, risultata positiva al Covid-19, un'altra donna illumina la serata. Ornella Vanoni, in elegante abito nero lungo e tacchi alti, scende le scale dell'Ariston senza indecisioni. Canta un medley di 'Una ragione di più', 'La musica è finita, 'Mi sono innamorato' e 'Domani è un altro giorno' con la sua voce per cui gli anni non sembrano passare, poi interpreta insieme a Francesco Gabbani 'Un sorriso dentro al pianto'. Ma, come sempre, non fa mancare lo show. E se prima dice "anche se non c'è il pubblico c'è la stessa emozione, siamo tutti emozionati. Il pubblico non c'è, però c'è oltre, e ce n'è molto", poi aggiunge, creando ilarità nel pubblico: "Non c'è pubblico in sala. Ma va bè, l'importante è che ci sia l'orchestra che ne capisce anche di più". E dopo torna seria: "Voglio ringraziare tutto il pubblico che ci segue in questo momento importante che dovrebbe rallegrare un momento difficile che sembra non avere fine. E' molto importante aver fatto questa serata comunque". E' importante avere fatto tutto il Festival, comunque. Perché la musica riparte da qui. 

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