I chiarimenti

Ecco come funziona Immuni, la app di tracciamento dei contagi da Coronavirus

Pisano ha confermato che l'app si basera' sulla soluzione tecnologica a cui stanno lavorando Google e Apple, e le due societa' hanno da poco pubblicato la versione prova del software destinata agli sviluppatori, quella che dovrebbe consentire ai cellulari iOS e Android di comunicare tra loro i contagi.

Il Mattino Redazione

01 Maggio 2020 - 13:58

Ecco come funziona Immuni, la app di tracciamento dei contagi da Coronavirus

Il via libera del consiglio dei ministri e i chiarimenti forniti in commissione Affari costituzionali dal ministro Paola Pisano di fatto hanno dato l'ok alla nascita di Immuni, l'app di tracciamento dei contagi individuata dal governo come uno dei capisaldi della Fase 2.

Il via libera del consiglio dei ministri e i chiarimenti forniti in commissione Affari costituzionali dal ministro Paola Pisano di fatto hanno dato l'ok alla nascita di Immuni, l'app di tracciamento dei contagi individuata dal governo come uno dei capisaldi della Fase 2. Oggi un nuovo tassello si e' aggiunto al puzzle: Pisano ha confermato che l'app si basera' sulla soluzione tecnologica a cui stanno lavorando Google e Apple, e le due societa' hanno da poco pubblicato la versione prova del software destinata agli sviluppatori, quella che dovrebbe consentire ai cellulari iOS e Android di comunicare tra loro i contagi. Ecco quindi come sara' alla luce di quanto emerso finora. OBIETTIVO DELL'APP Perche' l'app e' importante per la Fase 2? Se la Fase 1 e' stata caratterizzata da un lockdown generalizzato e esteso a tutto il territorio nazionale per arginare i contagi, la Fase 2 e' quella in cui torneranno maggiori liberta' di spostamento. L'app di base ha la funzione di individuare e segnalare in automatico le possibilita' di avvenuto contagio, consentendo alle autorita' sanitarie di intervenire su eventuali nuovi focolai in modo mirato.

COME FUNZIONA L'app sara' disponibile per cellulari che hanno sistemi operativi Apple (iOS) e Google (Android). Nelle scorse settimane sono stati sollevati diversi dubbi sulla possibilita' che smartphone con sistemi operativi concorrenti riuscissero a comunicare in modo efficiente, ma il lavoro congiunto dei due colossi americani ha di fatto risolto il problema. Una questione non da poco, perche' e' proprio sul loro software comune che si basera' anche Immuni. Il download sara' libero, gratuito e non obbligatorio. Una volta scaricata e attivato il Bluetooth dello smartphone, l'app comincera' a generare dei codici identificativi 'randomici', cioe' casuali e temporanei. I codici cambieranno di continuo per contribuire al loro anonimato e saranno registrati dagli altri smartphone che avranno l'app. Ogni smartphone quindi registrera' i codici degli altri device con cui sono entrati in contatto, sempre che questi abbiano scaricato Immuni. I codici, assicura il ministero, sono anonimi e crittografati. La memoria dei contatti avuti rimarra' negli smartphone solo se il contatto sara' stato di almeno 15 minuti e a meno di due metri di distanza. COSA SUCCEDE IN CASO DI CONTAGIO I dati rimarranno sul cellulare e poi raccolti da un server gestito da Sogei, mentre la loro responsabilita' sara' del ministero della Salute. Se ad esempio si diventa contagiati il server, previa autorizzazione del contagiato, sara' in grado di risalire a tutti gli identificativi dei cellulari delle persone con cui si e' entrati in contatto. L'app sara' in grado quindi di valutare i tempi di esposizione e i rischi di contagio. A quel punto dal server partiranno dei messaggi di notifica alle persone che sono entrate in contatto con il contagiato nei 14 giorni precedenti e per il tempo di contatto stabilito. Quanto al contagiato, da quanto emerso finora, si sa che sara' l'autorita' sanitaria a chiedere se il suo smartphone e' provvisto di app di contact tracing. A quel punto il paziente dovrebbe permettere il trattamento dei propri dati per fare in modo che sul server vengano caricati i propri codici identificativi temporanei e quelli dei soggetti con cui e' entrato in contatto, sempre che questi abbiano scaricato l'app Immuni. 

IL NUMERO MINIMO DI DOWNLOAD Il successo di Immuni sara' dato dal numero di persone che scaricheranno l'app. Se una persona e' entrata in contatto ravvicinato con una persona contagiata, non lo sapra' per tempo se sul proprio cellulare non ha scaricato Immuni. Alcuni esperti hanno stimato che almeno il 60-70% della popolazione italiana dovra' scaricare l'app per fare in modo che il sistema funzioni. Secondo il governo una percentuale del 25-30% dovrebbe gia' essere sufficiente. DATI GESTITI DAL MINISTERO DELLA SALUTE La piattaforma che gestira' i dati dei contatti e dei contagiati sara' del ministero della Salute. Sara' inoltre realizzata esclusivamente con infrastrutture localizzate sul territorio nazionale e gestite da amministrazioni o enti pubblici o in controllo pubblico. I dati personali raccolti dall'applicazione saranno esclusivamente quelli necessari ad avvisare gli utenti dell'applicazione di rientrare tra i contatti stretti di altri utenti accertati positivi al Covid-19, individuati secondo criteri stabiliti dal ministero per agevolare l'adozione di misure di assistenza sanitaria. COSA RESTA DA CHIARIRE Il successo o meno dell'operazione Immuni resta un'incognita. Gli esperti sono molto polarizzati sull'efficacia dell'app e sul numero minimo di download necessari affinche' funzioni. In molti Paesi, ma anche nel nostro, si considera l'app una buona cartina tornasole per valutare il grado di fiducia dei cittadini nelle proprie istituzioni. Inoltre, al momento non e' ancora chiara quale sara' la procedura in caso di contagio accertato. Si sa che il paziente dovra' acconsentire all'autorita' sanitaria di accedere ai propri dati registrati sull'app. Che questi andranno sul server pubblico. Ma non si sa come verranno avvisate le altre persone, il messaggio che riceveranno, cosa dovranno fare precisamente, se saranno sottoposti a tampone o messi in quarantena. Domande a cui presto il governo dovra' dare una risposta.

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