Le barricate della pandemia

Il mondo in guerra contro il Coronavirus: "il demone" che teme il sole

Un "mostro" che può celarsi nelle lacrime, che può rendere mortali le più innocenti manifestazioni d'affetto come baci e abbracci e che, si scopre adesso, può venire facilmente ucciso dalla luce del sole.

Il Corriere Redazione

24 Aprile 2020 - 09:54

Il mondo in guerra contro il Coronavirus:  "il demone" che teme il sole

Sembra sempre più calzante la definizione che del Covid-19, quando ancora non si chiamava così, diedero le autorità cinesi tentando di spiegare a un mondo ancora non devastato dalla pandemia la virulenza dell'agente patogeno col quale erano già impegnate in un'aspra battaglia

Un "mostro" che può celarsi nelle lacrime, che può rendere mortali le più innocenti manifestazioni d'affetto come baci e abbracci e che, si scopre adesso, può venire facilmente ucciso dalla luce del sole. Sembra sempre più calzante la definizione che del Covid-19, quando ancora non si chiamava così, diedero le autorità cinesi tentando di spiegare a un mondo ancora non devastato dalla pandemia la virulenza dell'agente patogeno col quale erano già impegnate in un'aspra battaglia: "stiamo lottando contro un DEMONE", dichiarò infatti IL presidente Xi Jinping. IL DEMONE ha però dimostrato la capacità di sfuggire ad ogni restrizione, e da quella lontanissima ultima decade di gennaio ha invaso la quasi totalità del globo terrestre. Ed è proprio da una delle aree attualmente più devastate dalla sua presenza che è giunta una notizia che potrebbe far ben sperare in vista di una prima uscita dal lockdown, ovvero che IL coronavirus potrebbe essere sensibile all'umidità e al sole. A rivelarlo, spiega la Cnn, è stato Bill Bryan, un alto funzionario del dipartimento di Scienza e Tecnologia degli Stati Uniti, durante un briefing coi giornalisti. Citando i risultati di una serie di test, Bryan ha raccontato la "sorpresa" sua e dei suoi colleghi nel rilevare che "la luce solare sembra avere un potente effetto sul virus, uccidendolo sia in superficie che in aria". Un altro fattore al quale, secondo questo studio, IL virus sarebbe sensibile è l'umidità. Nel frattempo però sono proprio gli Stati Uniti ad aver conosciuto una delle peggiori giornate dell'emergenza sanitaria, nonostante IL picco dell'epidemia sembri passato e le strutture ospedaliere, soprattutto a New York, registrino una sensibile diminuzione di presenze. Negli Usa infatti, secondo l'ultimo bollettino reso noto mentre in Italia era ancora notte, si sono registrate altre 3.176 vittime in 24 ore, ovvero IL secondo peggior dato in tal senso a livello mondiale. Peggio era andata solo IL 16 aprile allorché, sempre negli States, i decessi in una sola giornata erano stati 4.591. A questo punto, IL totale delle vittime negli Stati Uniti è pari a 49.759, più o meno un quarto di quelle ufficialmente accertate sull'intero pianeta, che al momento sono 190.861 anche se, è quasi inutile sottolinearlo, IL dato esatto - verosimilmente molto più alto - non sarà mai possibile appurarlo.

In tale contesto, IL Congresso americano ha approvato un nuovo piano di aiuto di 483 miliardi di dollari per sostenere l'economia e gli ospedali, soprattutto nell'ottica di rafforzare la capacità diagnostica e identificare le positività al Covid-19. Di fronte all'esplosione della disoccupazione (gli ultimi dati parlano addirittura di 26 milioni di senza lavoro) IL Congresso e la Casa Bianca hanno negoziato queste misure che comprendono 320 miliardi di prestiti destinati alle piccole e medie imprese. L'obiettivo è quello di permettere IL mantenimento dei posti di lavoro. Sarà lo Stato federale a garantire tali prestiti, impegnandosi ad annullare IL debito se l'impresa beneficiaria s'impegnerà per l'appunto a conservare gli impieghi e a riassumere i licenziati. Nel dettaglio vengono previsti 60 miliardi di prestiti destinati ad altri settori duramente colpiti come l'agricoltura, nonché 75 miliardi alle strutture sanitarie e ben 25 miliardi alla diagnostica specifica. Un bazooka a dir poco necessario, secondo l'amministrazione americana, data la paralisi della locomotiva del pianeta, efficacemente fotografata dalle previsioni di S&P secondo le quali nel secondo trimestre l'economia a stelle e strisce si contrarrà del 34,5%. Per l'intero 2020 invece la stima è -5,2%. Per fortuna, nel 2021 S&P prevede una forte ripresa, con IL Pil in crescita del 6,2%. "Ben venga la ripresa dell'attività economica in molti Stati Usa ma questo non vuol dire che abbasseremo la guardia contro IL coronavirus", ha da parte sua ammonito IL presidente Donald Trump nell'ormai consueto punto stampa alla Casa Bianca. Trump - che comunque è uno dei più accaniti sostenitori della ripartenza - ha ribadito la necessità di continuare a mantenere IL distanziamento sociale e di indossare mascherine. "I dati continuano a mostrarci segnali di progresso, con molte aree metropolitane che hanno superato IL picco", ha detto.

Spostandoci in America Latina, si è assistito nelle ultime 24 ore a una preoccupante impennata di decessi in Brasile. Nella giornata di ieri sono stati infatti 407 i morti per "Covid conclamato", ovvero la cifra più alta mai registrata nel Paese dove ufficialmente le vittime del coronavirus sono 3.313 e dove IL totale dei casi censiti è di 49.492. Va però sottolineata l'alta incertezza riguardo all'attendibilità dei numeri di matrice brasiliana in quanto molte aree del Paese non sarebbero coperte da un efficace sistema di diagnostica, in primis nelle zone amazzoniche dove da giorni si assisterebbe a una vera e propria "ecatombe ignorata" provocata dal virus (prova indiretta delle quali IL sempre più frequente ricorso alle fosse comuni). Inoltre, è nota l'insofferenza del presidente Bolsonaro contro le misure di distanziamento e contenimento sociale imposte ai cittadini, malgrado IL suo parere, dai governatori. Un comportamento, quello dell'amministrazione di Brasilia, che certamente non aiuta nel contrasto alla pandemia. Al secondo posto nel continente come casi accertati si pone l'Ecuador, con 22.160 positivi testati su 17,5 milioni di abitanti e dove la curva dell'epidemia appare in ascesa. Qui si contano 560 morti "ufficiali" ma IL numero esatto è certamente molto, ma molto più elevato. "In Ecuador probabilmente ci sono stati più morti per Coronavirus che in Italia", è addirittura arrivata a ipotizzare in una recente intervista a IL Foglio la giornalista dell'Expreso di Guayquil Blanca Moncada. Ondata epidemica ancora montante anche in Perù che ha prolungato IL lockdown fino al 10 maggio e dove i morti "riconosciuti" sono 572.

Sempre a causa della pandemia, quasi tutti i paesi musulmani, dove si celebra IL ramadan, hanno chiuso le moschee domandando ai fedeli di pregare a casa, imponendo in molti casi IL coprifuoco per impedire la propagazione del virus, come ad esempio in Niger. In controtendenza l'Algeria, dove si contano poco più di 400 morti, che a partire da oggi ha ammorbidito le restrizioni, accorciando IL coprifuoco notturno ed abrogando IL confinamento totale dei cittadini. Per contro, l'Egitto ha decretato IL prolungamento del divieto di circolazione notturna per tutto IL periodo del ramadan mentre l'Indonesia ha chiuso ogni collegamento con l'esterno fino a giugno. Approdando in Europa, i paesi più duramente colpiti dal virus sono l'Italia (25 549 morti), la Stagna (22.157), la Francia (21.856) e la Gran Bretagna (18.738). Nel Regno unito ieri si sono registrati altri 616 morti in 24 ore, l'aumento più basso dal 2 aprile mentre i nuovi contagi sono stati 4.583, per un totale di 138.078. Da Londra intanto arriva la buona notizia del ristabilimento del premier Boris Johnson che tornerà al lavoro lunedì. Per quanto riguarda la Francia, ieri i decessi nelle 24 ore sono stati 516 fra ospedali, case di riposo e istituti per disabili. Anche qui l'ondata del virus è in calo: IL numero dei ricoverati è sceso di altre 522 unità, ed è ora di 29.219 pazienti. Gli ammessi nei reparti di rianimazione sono 165 in meno di martedì, ovvero 5.503.

Venendo al nostro Paese, quello di ieri sul fronte del coronavirus è stato ancora una volta un bilancio in chiaroscuro. Se da una parte i dati confermano lo stabilizzarsi del decremento della diffusione dell'epidemia, dall'altra si registra ancora un bilancio pesantissimo in termini di vite umane, ben 464, che portano IL totale delle vittime di questa catastrofe sanitaria nel nostro Paese a 25.549. Purtroppo, hanno avvertito più volte gli esperti, sarà proprio IL dato dei decessi a rallentare per ultimo, mentre altri indicatori hanno invece già preso la giusta direzione. Tra questi, quello di gran lunga più rilevante riguarda IL calo delle presenze nelle terapie intensive, che nelle ultime 24 ore hanno visto liberarsi ben 117 posti letto. Da sottolineare anche IL fatto che per la prima volta IL numero dei dimessi e guariti (3.033) abbia superato IL numero dei nuovi casi, 2.646. Anche IL rapporto tra contagi rilevati e tamponi effettuali, 1 a 25, è stato IL più basso dall'inizio dell'epidemia. Quel che più, ha spiegato Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css) e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts) "IL cosiddetto indice di contagiosità si attesta tra 0,5 e 0,7. "Per la prima volta dall'inizio dell'epidemia - ha sottolineato in una nota IL ministro della Salute, Roberto Speranza - IL numero dei guariti è superiore al numero dei nuovi contagiati. È una buona notizia, importante, che ci dice che le misure adottate stanno funzionando e che IL sacrificio fatto da tanti italiani ci sta portando sulla strada giusta. Ora bisogna insistere ancora, con grande gradualità, con grande attenzione e con IL massimo della prudenza". A preoccupare sono però tuttora i dati provenienti dalla Lombardia dove sono ancora 70.165 i positivi al Coronavirus con un aumento di 1.073 nelle 24 ore e dove i decessi sono arrivati a 12.940 (+200), mentre i ricoverati in terapia intensiva sono scesi sotto quota 800: sono infatti 790 (-27). I ricoverati Covid registrati ieri negli altri reparti sono invece 9.192 (cinquecento meno di mercoledì). 

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