Il caso

Carcere, il garante: «Cala il sovraffollamento ma non l'emergenza»

Dossier di 400 pagine consegnato ai presidenti delle Camere

Il Mattino di Basilicata

21 Giugno 2021 - 17:13

Carcere, il garante: «Cala il sovraffollamento ma non l'emergenza»

Questa mattina il Collegio del GARANTE nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ha presentato alla Camera la Relazione al Parlamento 2021. Nel suo intervento - alla presenza del presidente della Camera, Roberto Fico e delle ministre Luciana Lamporgese e Marta Cartabia -, il presidente Mauro Palma ha riassunto i punti principali delle più di 400 pagine della Relazione consegnata ai presidenti delle Camere, affrontando i diversi ambiti di intervento del GARANTE nazionale: dalla detenzione penale a quella amministrativa delle persone migranti, dalla privazione della libertà in ambito sanitario alla custodia nei luoghi delle Forze di Polizia, fino ad arrivare alla possibile perdita di autodeterminazione di persone anziane o disabili ospiti in residenze sanitarie assistenziali. Per il GARANTE nazionale, il filo che tiene unite situazioni fra loro così diverse è il rischio di una minore effettività dei diritti delle persone ristrette. Dal rapporto emerge che i rimpatri nel 2020 sono stati 3.351. Dato che deve tenere conto del periodo di lockdown e quindi di chiusura delle frontiere. Si conferma la scarsa efficacia dei Centri di permanenza per i rimpatri, con solo il 50,88% delle persone in essi trattenute effettivamente rimpatriati. Un dato questo che pone seri interrogativi circa la legittimità di un trattenimento finalizzato a un obiettivo che si sa in circa nella metà dei casi non raggiungibile. La percentuale di rimpatri negli anni è stata la seguente: 50% nel 2011, 2012 e 2013; 55% per nel 2014; 52% nel 2015; 44% nel 2016; 59% nel 2017; 43% nel 2018; 49% nel 2019; 50% nel 2020. Se il 2020 era iniziato con 60.971 presenze negli Istituti penitenziari, il 2021 è iniziato con 53.329. La popolazione detenuta, quindi, ha avuto una flessione. La decrescita ovviamente è dipesa dai minori ingressi dalla libertà e dal maggiore ricorso alla detenzione domiciliare (principalmente dovuta a maggiore attività della magistratura di sorveglianza, piuttosto che all'efficacia dei provvedimenti governativi adottati). Colpisce la pur limitata ripresa della crescita dei numeri che determina l'attuale registrazione di 53.661 (al 7 giugno 2021) persone (anche se il numero di coloro che sono effettivamente presenti è 52.634, usufruendo gli altri della licenza prolungata nella semilibertà). La capienza è di 50.781 posti, di cui effettivamente disponibili 47.445. Due cenni indicati sulla durata delle pene: 26.385 devono rimanere in carcere per meno di tre anni (di questi, 7.123 hanno avuto una pena inflitta inferiore ai tre anni).

Gli ergastolani sono 1.779 di cui ostativi 1.259; la liberazione condizionale di cui molto si dibatte è stata data a un ergastolano (ovviamente non ostativo) nel 2019, a quattro nel 2020, a nessuno nel 2021. Vi sono complessivamente 34 sezioni per la tutela della salute mentale, numero ben insufficiente, mentre le Rems ospitavano al 15 aprile 577 persone di cui 325 in misura di sicurezza definitiva. Il disagio può essere letto con il tasso dei suicidi che nel 2020 ha toccato l'1,11 per mille (62 in totale) mentre nel 2019 era stato lo 0,91 (55 in totale). Complessivamente il sistema penitenziario ha retto all'impatto del contagio, rispetto al rischio potenziale di un ambiente chiuso. Va comunque tenuto presente che in un giorno della seconda ondata si è raggiunto il picco di 849 contagi rispetto a una popolazione di 53.608 il che significa che proporzionato agli oltre 59 milioni di italiani corrisponderebbe avere avuto in una giornata 938mila contagiati. Vero è che il numero di sintomatici è stato bassissimo. La campagna vaccinale, dopo una fase stentata procede ora in tutte le regioni sia per gli ospiti che per il personale. In particolare, tutti gli Istituti minorili sono stati vaccinati e si mantiene un tasso di presenza negli Istituti per minori molto basso, pari a 319 con una capienza di 478, a fianco di 13.871 in varie misure alternative. Rispetto all'istruzione colpiscono i due dati simmetrici di 858 analfabeti e 1034 iscritti all'università. Rispetto alle strutture residenziali per persone anziane e disabili (un totale di 420.329 posti letto di cui 312.656 per anziani) la relazione evidenzia l'estrema disomogeneità sul territorio nazionale (per esempio, 85.932 posti in Lombardia e 44.555 in tutto il Sud). Va comunque considerato che l'inesistenza di dati omogenei ufficiali (al di là di singole ricerche portate avanti dall'Istituto superiore di sanità) fa sì che le rilevazioni siano ferme al 2018. Si spera che la drammaticità dell'ultimo periodo vissuto comporti la possibilità di accendere un effettivo faro su questa realtà dimenticata.

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