Le disposizioni

Funerali con termoscanner, igienizzanti e mascherine. Ecco come sarà la "fase 2"

Termoscanner, mascherine, gel igienizzante: per le parrocchie e' una corsa contro il tempo per i funerali che saranno nuovamente possibili a partire da lunedi' 4 maggio. Le norme sono molto restrittive e i dispositivi non facili da reperire.

Manuela Tulli, Roma

02 Maggio 2020 - 18:38

Funerali con termoscanner, igienizzanti e mascherine. Ecco come sarà la "fase 2"

Alle disposizioni che dovranno essere osservate da lunedi' (15 persone al massimo, mascherine, distanziamenti, termometri), a livello locale in qualche caso se ne aggiungono altre.

Termoscanner, mascherine, gel igienizzante: per le parrocchie e' una corsa contro il tempo per i funerali che saranno nuovamente possibili a partire da lunedi' 4 maggio. Le norme sono molto restrittive e i dispositivi non facili da reperire. Da Venezia ad Aosta, da Alba a Chioggia, qualche vescovo ha gettato gia' la spugna e chiede ai parroci di restare alle modalita' adottate durante le settimane di confinamento: una benedizione veloce al cimitero con pochi parenti, dotati di mascherine e distanziati. Nelle grandi diocesi, Roma e Milano in testa, la Chiesa invece preme sull'acceleratore perche' saranno proprio i funerali l'apripista per il protocollo sulle messe, sul quale la Cei prosegue la trattativa con il governo. Tra i commenti piu' duri, rispetto alle nuove disposizioni, c'e' quello vescovo di Chioggia, mons. Adriano Tessarollo: "Allora diciamo alla gente: niente funerale in chiesa, ci hanno gabbato. Abbiano il coraggio di dire alla gente che i loro morti se li portino dritti al cimitero! Non infingimenti! Proibite e basta. Ho comunicato ai preti di fare come si e' fatto in questi due mesi: cioe' al cimitero. Tocchera' al custode vigilare su chi, quanti e quali le condizioni di chi entra". Ma anche senza questo sfogo polemico sono diversi i vescovi che chiedono ai parroci di attendere ed evitare troppe responsabilita', tra le quali la necessita' di misurare la temperatura e mandare via chi ha oltre 37 e mezzo di febbre. Parla di "restrizioni" anche mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, ma "quanto piu' saremo attenti e osservanti, quanto prima usciremo da questa pandemia e da questa segregazione" dice conciliante. Alle disposizioni che dovranno essere osservate da lunedi' (15 persone al massimo, mascherine, distanziamenti, termometri), a livello locale in qualche caso se ne aggiungono altre. Come a Torino, dove quello che era il diritto del parroco, fissare l'ora del funerale in accordo con la famiglia, passa al Comune per evitare sovraffollamenti ai cimiteri. Sono invece pronte a partire le parrocchie di Roma che riceveranno i termoscanner dal Vicariato e potranno chiedere al Campidoglio un aiuto per sanificare chiese e locali. Atteggiamento positivo e' quello espresso anche dalla diocesi di Milano, la piu' grande del mondo e tra le piu' toccate in Italia dal Covid-19, che da' il via ai funerali anche per le persone decedute nelle settimane scorse, quindi anche senza bara o con la presenza delle ceneri del defunto. Decisioni assolutamente eccezionali, che pero' rispondono anche al momento eccezionale vissuto dal Paese. "Tenendo conto che molti non hanno potuto celebrare le esequie di persone defunte nei mesi scorsi, lasciamo alla vostra saggezza e discernimento pastorali di concordare con i vostri parrocchiani - dice ai sacerdoti mons. Franco Agnesi, Vicario generale di Milano - se rimandare alle celebrazioni di suffragio che si faranno in futuro, oppure se celebrare le esequie, pur in assenza della salma o alla presenza delle sole ceneri". Ma dalla stessa Milano arriva anche una voce critica, quella di don Domenico Saretto: "Cari governanti e loro esperti, grazie per la concessione di celebrare i funerali (in max 17, contando defunto/a) attendiamo con fiducia norme altrettanto rigorose su sale da gioco, uffici pubblici, bar, ecc., pena esporvi all'accusa di discriminazione e doppia morale", scrive in un tweet. (ANSA).

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