Il messaggio pasquale

L'ultimo grido di Papa Francesco che nessuno ascolterà: «A Gaza un'ignobile situazione umanitaria»

«Il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria»

Il Corriere Redazione

21 Aprile 2025 - 11:25

L'ultimo grido di Papa Francesco che nessuno ascolterà: «A Gaza un'ignobile situazione umanitaria»

«Il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace», il suo messaggio pasquale letto dal maestro delle cerimonie.

“Sono vicino alle sofferenze dei cristiani in Palestina e in Israele, così come a tutto il popolo israeliano e a tutto il popolo palestinese. Preoccupa il crescente clima di antisemitismo che si va diffondendo in tutto il mondo. In pari tempo, il mio pensiero va alla popolazione e in modo particolare alla comunità cristiana di Gaza, dove il terribile conflitto continua a generare morte e distruzione e a provocare una drammatica e ignobile situazione umanitaria. Faccio appello alle parti belligeranti: cessate il fuoco, si liberino gli ostaggi e si presti aiuto alla gente, che ha fame e che aspira ad un futuro di pace”. Così Papa Francesco nel messaggio pasquale letto dal maestro delle cerimonie. “Preghiamo per le comunità cristiane in Libano e in Siria che, mentre quest’ultimo Paese sperimenta un passaggio delicato della sua storia, ambiscono alla stabilità e alla partecipazione alle sorti delle rispettive nazioni. Esorto tutta la Chiesa ad accompagnare con l’attenzione e con la preghiera i cristiani dell’amato Medio Oriente.Un pensiero speciale rivolgo anche al popolo dello Yemen, che sta vivendo una delle peggiori crisi umanitarie 'prolungate' del mondo a causa della guerra, e invito tutti a trovare soluzioni attraverso un dialogo costruttivo”, ha aggiunto il Papa. Un appello che nessuno ascolterà perché tutti i governatori del mondo che si stracciano le vesti, a cominciare dalla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, continueranno a consentire al criminale Netanyahu il proseguimento del genocidio nella Striscia, soprattutto di donne e bambini.

LA DENUNCIA DEL GENOCIDIO A GAZA

Uno dei conflitti che ha maggiormente segnato gli anni del Pontificato di Papa Francesco è stato quello scaturito dopo l'attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre 2023. Una situazione su cui Francesco, col suo stile, è intervenuto in maniera sempre diretta. Interventi che spesso hanno generato tensioni con la comunità ebraica. Il Papa è stato accusato di "non denunciare le sofferenze di tutti". Il momento di tensione massimo è stato quando Bergoglio, in occasione della diffusione di alcuni stralci del suo libro 'La speranza non delude mai. Pellegrini verso un mondo migliore' ha affermato: "A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se si inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”. Altra espressione che ha suscitato forti reazioni si è registrata poco prima di Natale quando il Papa ha denunciato che a Gaza non si combattesse una "guerra" ma si compissero "crudeltà". In quella stessa circostanza il Papa denunciò anche il fatto che Israele avesse impedito al Patriarca di Gerusalemme, cardinale Pier Battista Pizzaballa, di entrare nella Striscia. Parole che avevano scatenato la reazione del ministro degli Esteri di Tel Aviv, Israel Katz, che aveva affermato: “Purtroppo il Papa ha scelto di ignorare tutto questo, così come il fatto che le azioni di Israele hanno preso di mira i terroristi che hanno usato i bambini come scudi umani” sottolineato: “Le dichiarazioni del Papa sono particolarmente deludenti perché sono scollegate dal contesto reale e fattuale della lotta di Israele contro il terrorismo jihadista, una guerra su più fronti che gli è stata imposta a partire dal 7 ottobre".Un clima complicato. Un contesto che, come aveva affermato il Rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, ha "rovinato" il dialogo tra Isreale e Santa Sede. C'è da dire, però, che il Papa non ha mai mancato di ricevere alcuni degli ostaggi dell'attacco del 7 ottobre, non ha mai mancato di esprimere sostegno alle loro famiglie chiedendo spesso che gli ostaggi fossero liberati.

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