La premiazione
26 Febbraio 2023 - 00:57
Non resta però indietro l’Italia premiata per il film “Disco boy” del pugliese (è originario di Taranto) Giacomo Abbruzzese, che si è aggiudicato l’Orso d’argento per il Miglior contributo artistico, per merito della fotografia di Hélène Louvart, che insieme ad Abbruzzese ha ritirato il premio.
Va al film del regista francese Nicholas Philibert “Sur l’Adamant” l’Orso d’Oro della 73 ^ edizione del Festival di Berlino. Dopo dieci giorni di proiezioni e quasi 300 film visionati, la Berlinale diretta per la terza volta dall’italiano Carlo Chatrian ha emesso il suo verdetto assegnando l’ambito riconoscimento al documentario ambientato su una chiatta di legno sulla Senna, nel cuore di Parigi, in cui diversi pazienti psichiatrici vivono l’esperienza di condividere attività artistiche e socialmente utili, insieme con i loro operatori, tra psicologi, psichiatri e volontari. “Ho cercato di convertire l’immagine di persone che spesso vengono discriminate e stigmatizzate - ha detto il regista leggendo alcune righe in inglese, sottolineando l’orgoglio di aver fatto vincere un documentario. Superando le differenze di ciascuno, è la nostra umanità che potrà salvare il mondo”. E sempre in Francia è andato l’Orso d’Argento assegnato a Philippe Garrel per la regia di “Le grand chariot”, recitato con i suoi tre figli. A loro, ma soprattutto al suo maestro, amico e collega Jean-Luc Godard“che qui vinse con uno dei suoi capolavori, “Alphaville”, ha dedicato il suo premio. Orso d’argento Gran premio della giuria a “Roter Himmel”di Christian Petzold.
Non resta però indietro l’Italia premiata per il film “Disco boy” del pugliese Giacomo Abbruzzese, che si è aggiudicato l’Orso d’argento per il Miglior contributo artistico, per merito della fotografia di Hélène Louvart, che insieme ad Abbruzzese ha ritirato il premio. Il film, unica pellicola italiana in gara al Festival - fortemente voluto dal direttore artistico Carlo Chatrian - è stato realizzato in 35 giorni di riprese, e racconta la storia di un giovane che entra clandestino in Francia e si arruola nella Legione straniera perché questo è l’unico mezzo per avere un passaporto e vivere lì da cittadino. “Dedico questo premio alla mia famiglia e agli amici che mi conoscono da sempre e che sanno quanto è stato lungo il percorso per arrivare fino a qui, ma lo dedico anche alla mia città Taranto, perché te la porti sempre dentro nel bene nel male”. Così ha commentato Giacomo Abbruzzese, regista del film dopo l’assegnazione del premio. Tra toni psichedelici, sciamanici, musica elettronica, nel film la discesa agli inferi e redenzione di un migrante con sensi di colpa e che si identifica troppo con il nemico. Girato tra Europa e Africa e con la colonna sonora firmata dalla star della musica elettronica Vitalic, il film racconta la storia di Alex (Franz Rogowski), un giovane che fugge dalla Bielorussia insieme a un suo amico ed entra clandestinamente in Francia. È ormai un sans papier e così sposa l’inferno della legione straniera francese che dopo cinque anni gli garantisce la cittadinanza. Lontano dalla Francia, nel delta del Niger, il guerrigliero Jomo combatte contro le compagnie petrolifere che minacciano la sopravvivenza del suo villaggio mentre sua sorella Udoka, nel frattempo, sogna di fuggire. È destino che la vita di queste tre persone si intrecceranno cambiando la loro vita. A Giacomo Abbruzzese, 39 anni - gli ultimi dieci spesi per lavorare proprio a questo film - è stato inoltre assegnato nei giorni scorsi anche il Premio Kinéo e GCHR per i diritti umani, che per la prima volta nella sua storia è stato attribuito a un autore italiano. Disco Boy è una coproduzione Francia/Italia/Belgio e uscirà al cinema il 9 marzo distribuito da Lucky.
Debutterà, invece, il 5 aprile su Disney+ la serie italiana “The Good Mothers”, che in concorso al Festival di Berlino 2023 ha vinto il Berlinale Series Award, il primo del suo genere dedicato alla televisione in un grande festival cinematografico. La serie racconta la ‘ndrangheta interamente dal punto di vista delle donne che hanno osato sfidarla. Basata su una storia vera, The Good Mothers ripercorre le vicende di Denise, figlia di Lea Garofalo, Maria Concetta Cacciola e Giuseppina Pesce, tre donne che osano contrapporsi alla ‘ndrangheta. Ad aiutarle la P.M. Anna Colace che, appena arrivata in Calabria, ha un’intuizione: per poter abbattere i clan della ‘ndrangheta, è necessario puntare alle donne. È una strategia che comporta grandi rischi: la ‘ndrangheta è nota e temuta per il suo pugno di ferro e il potere insidioso. Le donne della serie sono Gaia Girace (L’amica geniale) nel ruolo di Denise Cosco, Valentina Bellè (Catch-22, I Medici) nei panni di Giuseppina Pesce, Barbara Chichiarelli (Suburra – La serie, Favolacce) in quelli di Anna Colace, Francesco Colella (ZeroZeroZero, Trust) in quelli di Carlo Cosco, Simona Distefano (Il Traditore) nel ruolo di Concetta Cacciola, Andrea Dodero (Non odiare) in quello di Carmine e con Micaela Ramazzotti (La pazza gioia, La prima cosa bella) nel ruolo di Lea Garofalo. Basato sull’omonimo bestseller del giornalista Alex Perry, premiato dalla Foreign Press Association, e adattato per lo schermo da Stephen Butchard (Bagdad Central, The Last Kingdom), nominato ai BAFTA, il progetto vede la regia di Julian Jarrold, nominato ai BAFTA e agli Emmy (The Crown, Becoming Jane) e della premiata Elisa Amoruso (Sirley, Chiara Ferragni: Unposted) ed è prodotto da House Productions (Sherwood, Il prodigio) e Wildside (L’amica geniale, Anna), una società del gruppo Fremantle.
Il Festival Internazionale del Cinema di Berlino ha, inoltre, assegnato a Steven Spielberg l’Orso d’Oro alla carriera con la seguente motivazione: “Grazie al suo incredibile percorso Steven Spielberg ha incantato generazioni di spettatori ed ha dato al cinema un nuovo significato come strumento in grado di produrre sogni. Che sia il mondo dei giovanissimi, o la realtà storica, i film di Steven Spielberg sono riusciti a trasportarci su diversi livelli, con il grande schermo che è diventato il luogo in cui riempire le nostre emozioni”.
Tutti i premi assegnati
Orso d'oro per il miglior film: Sur l’Adamant di Nicolas Philibert
Orso d'argento Gran Premio della Giuria: Roter Himmel di Christian Petzold
Orso d'argento Premio della Giuria: Mal viver di João Canijo
Orso d'argento per la miglior regia: Philippe Garrel per Le grand chariot
Orso d'argento per la migliore interpretazione: Sofia Otero per 20.000 Species of Bees
Orso d'argento per la migliore interpretazione da non protagonista: Thea Ehre in Bis ans Ende der Nacht
Orso d'argento per la miglior sceneggiatura: Angela Schanelec per Music
Orso d'argento per il miglior contributo artistico: per la fotografia di Hélène Louvart in Disco Boy di Giacomo Abbruzzese
Sezione Encounters
Miglior Film: Here di Bas Devos
Miglior regia: El Echo di Tatiana Huevo
Premio speciale della giuria: Orlando, ma biographie politique di Paul B. Preciado e Samsara di Lois Patiño
Premio per la miglior opera prima: The Klezmer Project di Leandro Koch and Paloma Schachmann
Premio per il miglior documentario: El Echo di Tatiana Huevo
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