I profili
25 Gennaio 2023 - 12:24
Aldo Signoretti, hair stylist, ha lavorato con i più grandi registi italiani. Nel curriculum “Ginger e Fred” di Federico Fellini, “Gruppo di famiglia in un interno” di Luchino Visconti,” Callas forever” di Franco Zeffirelli e “La leggenda del pianista sull’oceano” di Giuseppe Tornatore.
Ecco chi sono Alice Rohrwacher e Aldo Signoretti i due italiani in lizza agli Oscar 2023.
La prima firma il suo primo lavoro “Un Piccolo Spettacolo” nel 2005. Si tratta di un film-documentario in bianco e nero di Pier Paolo Giarolo, di cui cura la sceneggiatura, la direzione e il montaggio vincendo, così, il primo premio al Festival del Cinema di Roma nella sezione documentari. Fra il 2008 e il 2009 ha lavorato principalmente, al montaggio di alcuni documentari non suoi. Il suo esordio come regista è nel 2006 con la direzione de “La Fiumara”, episodio del documentario collettivo” Checosamanca”, prodotto da Carlo Cresto-Dina. Ma è nel 2011 il vero debutto cinematografico con “Corpo Celeste”, dove dirige Salvatore Cantalupo, Anita Caprioli e Renato Carpentieri. Il film viene presentato a Cannes per la “Quinzaine des rélisateures” e conquista il Nastro d’argento assegnato al miglior regista esordiente. Per questo film è stata candidata anche come miglior regista esordiente all’edizione 2012 del premio David di Donatello, Nel 2014 , invece, ha vinto il Grand Prix al Festival di Cannes con il film “Le Meraviglie”, suo secondo film dopo “Corpo celeste”. Nello stesso anno ha preso parte al film collettivo “9x10 novanta” presentato al Festival di Venezia. Nel 2018, invece, a Cannes ha conquistato il premio migliore sceneggiatura per “Lazzaro felice”. La genesi di “Le pupille” la racconta il produttore italiano Cresto Dina: “L’idea di Alfonso Cuarón era realizzare una serie di corti sulle festività con registi di tutto il mondo. La prima ad essere chiamata è stata Alice che in due giorni ha presentato un’idea. In due settimane ha scritto la sceneggiatura, così abbiamo realizzato il film subito, nel dicembre 2021. É stato un set grosso nelle dimensioni ma contenuto nel tempo; abbiamo girato a Bologna in un istituto originariamente per ragazze sordomute”.
Aldo Signoretti, hair stylist, ha lavorato con i più grandi registi italiani. Nel curriculum “Ginger e Fred” di Federico Fellini, “Gruppo di famiglia in un interno” di Luchino Visconti,” Callas forever” di Franco Zeffirelli e “La leggenda del pianista sull’oceano” di Giuseppe Tornatore. Un trasferimento negli Stati Uniti nel 1982 e Signoretti inizia a lavorare sul set di “Louisiana”, film tv di Philippe del Broca. Da lì fioccano le collaborazioni straniere. E’ l’hair stylist personale di Sylvester Stallone in “Cliffhanger”, lavora sul set di “M. Butterfly” di David Cronenberg, in “Dolores Claiborne” e “L’avvocato del diavolo”, entrambi diretti da Taylor Hackford. Tra i suoi lavori “Ten minutes older” diretto da molti registi tra i quali l’italiano Bernardo Bertolucci. Signoretti ha iniziato la sua carriera a 19 anni, è stato allievo di Manlio Rocchetti, ha lavorato al fianco di Piero Tosi. “Mi sento un creatore di immagini - ha affermato - Non mi limito a fare una bella acconciatura ma a creare un bel personaggio. Un’immagine può essere trasformata da una testa. E’ come dipingere un meraviglioso quadro. Questa è la mia filosofia”. Ma non è la prima volta che Signoretti rientra nella cinquina per gli Oscar, era già avvenuto nel 2002 per il film “Moulin Rouge” il film di Baz Lurhmann con Nicole Kidman e Ewan McGregor; nel 2007 per “Apocalypto” di Mel Gibson e nel 2010 con “Il divo” di Paolo Sorrentino doveva aveva letteralmente trasformato Toni Servillo. Cinque invece i David di Donatello portati a casa nel corso della sua carriera. Il primo nel 2011, migliore acconciatura per “Noi credevamo”, nel 2014 “La grande bellezza”, nel 2015 “Il giovane favoloso”, nel 2019 “Loro 1”. Ultimo nel 2021 per il film “Volevo nascondermi”.
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