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CONO D'OMBRA
L'oscar italiano
04 Maggio 2022 - 09:21
E’ però “Freaks Out” a portare a casa più statuette, ben sei, ma prevalentemente tecniche, contro le cinque di “E’ stata la mano di Dio”. Il magnifico kolossal di Gabriele Mainetti, un po’ di guerra, un po’ western, un po’ fantasy, che ha al suo centro una storia di meravigliosi “mostri”, di emarginati, figure già care al regista romano, ha vinto il David per: miglior scenografia, fotografia, produttore, trucco, acconciatura, effetti visivi.
Tanto tuonò che piovve, si potrebbe dire. E infatti, dopo le nomination ai più importanti premi e festival del cinema, a cominciare dagli Oscar, il decimo film del regista e sceneggiatore Paolo Sorrentino “E’ stata la mano di Dio” porta a casa le statuette per il miglior film e per la miglior regia ai David di Donatello.
Il racconto di formazione che descrive una pagina della vita del regista partenopeo, evitando la trappola del vittimismo, ha avuto la meglio sulla cinquina composta da Gabriele Mainetti (Freaks Out), Mario Martone (Qui rido io), Giuseppe Tornatore (Ennio), Leonardo Costanzo (Aria ferma).
Un film sui legami, sulla famiglia, sull’identità e sull’elaborazione del lutto, ma anche un racconto incredibilmente vivido di Napoli e della sua anima. Ritirando il premio per la miglior regia, molto emozionato Sorrentino ha detto: “Ci sono molte persone con cui ho cominciato, molti napoletani, la troupe magnifica con cui ho lavorato a partire dagli attori, a mia moglie e i miei figli. Il premio lo dedico a Ludovica Bargellini, una ragazza che ha lavorato ai costumi del film ed era anche un’attrice e non c'è più da pochi giorni”.
Arrivato fino alla cinquina delle nomination agli Oscar come miglior film straniero, “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino non è riuscito nell’impresa di eguagliare “La Grande Bellezza”, ma è probabilmente il film più intimo e personale per il regista. Narra, infatti, di un adolescente nella Napoli degli anni ‘80, in pieno fermento per l’arrivo in città di Diego Armando Maradona, e delle prove inattese che lo metteranno presto di fronte alla durezza della vita.
E’ però “Freaks Out” a portare a casa più statuette, ben sei, ma prevalentemente tecniche, contro le cinque di “E’ stata la mano di Dio”. Il magnifico kolossal di Gabriele Mainetti, un po’ di guerra, un po’ western, un po’ fantasy, che ha al suo centro una storia di meravigliosi “mostri”, di emarginati, figure già care al regista romano, ha vinto il David per: miglior scenografia, fotografia, produttore, trucco, acconciatura, effetti visivi.
Ma nella serata condotta da Cinecittà da Carlo Conti e Drusilla Foer, la prima ad essere premiata “in ordine di apparizione” ed a ricevere il David come migliore attrice non protagonista, è stata la tarantina Teresa Saponangelo (prima nomination primo David) per il ruolo della madre di Paolo Sorrentino in “E' stata la mano di Dio”.
In questa edizione dall’anima partenopea bene anche “Qui rido io” di Mario Martone che si porta a casa il David per i costumi, ma soprattutto quello per il miglior attore non protagonista a Eduardo Scarpetta. “Dedico questo premio a Mario, mio padre che ho perso a 11 anni e mezzo – ha detto commosso – che aveva ritrovato questo manoscritto tra le carte autografe del mio trisnonno, a mia madre che è a casa e mia sorella”. Candidati con lui c’erano Pietro Castellitto (Freaks Out), Toni Servillo (E’ stata la mano di Dio), Valerio Mastandrea (Diabolik) e Fabrizio Ferracane (Aria Ferma).
Certamente una outsider, la giovanissima vincitrice del premio di miglior attrice protagonista, la 17 enne Swamy Rotolo per il film “Chiara” di Jonas Carpignano che racconta di mafia e giovani. Un film che indaga sugli effetti della scoperta della ragazza protagonista, di essere figlia di un padre colluso con la ’ndrangheta. “E pensare che - come raccontato il regista italo-statunitense - all’inizio Swamy non voleva farlo una volta saputo che si girava anche il sabato, perché a quell’età non si vede l’ora di uscire tutte le sere”.
Il film drammatico ambientato in un carcere “Ariaferma” di Leonardo Costanzo ha vinto, invece, il David per il miglior attore andato a Silvio Orlando che così ha commentato: “non me l’aspettavo, davvero. Dedico questo premio a mia moglie, sta bene - ha poi scherzato - ed è sicuramente la persona migliore che abbia conosciuto in vita mia”. Il film ha vinto anche quello per la sceneggiatura originale.
“Ennio”, straordinario documentario di Giuseppe Tornatore dedicato a Morricone, ha ottenuto ben tre David: miglior documentario, suono e montaggio. Tornatore, ha conquistato così la sua 11esima statuetta su 25 nomination. A “Diabolik” è andato uno solo David, degli 11 ai quali era candidato: quello della canzone originale a Manuel Agnelli; mentre quello per la sceneggiatura non originale, è andato a “L'arminuta”, film diretto da Giuseppe Bonito e tratto dal romanzo bestseller di Donatella Di Pietrantonio. C'è stato spazio anche per un David ex aequo, quello per la fotografia che è andato a “È stata la mano di Dio” e a “Freaks Out”.
Infine, sempre nel segno di Napoli, il film ”I fratelli De Filippo” di Sergio Rubini si è portato a casa il premio al miglior compositore, Nicola Piovani.
Durante la serata un omaggio è stato tributato a Monica Vitti, mentre sulle note di "Senza fine" cantata da Drusilla Foer sono stati ricordati tutti coloro che sono scomparsi di recente: Peter Del Monte, Raffaella Carrà, Libero De Rienzo, Piera Degli Esposti, Nino Castelnuovo, Franco Graziosi, Elio Pandolfi, Lina Wertmuller, Martha De Laurentiis, Renato Scarpa, Margarita Lozano, Emilio Bonucci, Gianni Cavina, Massimo Cristaldi, Vitaliano Trevisan, Paolo Pietrangeli e Catherine Spaak.
Le statuette sono state consegnate nella serata trasmessa in diretta su Raiuno dagli studi Rai di Cinecittà, pieni come non si vedeva da due anni. Ad aprire la serata, condotta da Carlo Conti con Drusilla Foer, è stato il ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini che ha detto: “Sono stati due anni terribili. Il cinema ha attraversato questa specie di deserto con grande spirito di adattamento. Sono aumentate le produzioni e non si sono fermati i set”.
Adesso, non resta che tornare a riempire le sale.
Ecco la lista completa di tutti i vincitori della 67esima edizione dei David di Donatello 2022.
Miglior film: È stata la mano di Dio
Migliore regia: Paolo Sorrentino (È stata la mano di Dio)
Miglior esordio alla regia: Piccolo corpo di Laura Samani
Miglior Sceneggiatura originale:
Ariaferma di Leonardo Di Costanzo, Bruno Oliviero, Valia Santella
Miglior Sceneggiatura non originale:
L’arminuta di Monica Zapelli, Donatella Di Pietrantonio
Miglior Produttore
Freaks Out prodotto da Andrea Occhipinti, Stefano Massenzi, Mattia Guerra (Lucky Red) – Gabriele Mainetti (Goon Films) – RAI Cinema
Miglior Attrice protagonista
Swamy Rotolo per A Chiara
Miglior Attore protagonista
Silvio Orlando per Ariaferma
Miglior Attrice non protagonista
Teresa Saponangelo per È stata la mano di Dio
Miglior Attore non protagonista
Eduardo Scarpetta per Qui rido io
Autore della fotografia
Daria D’Antonio per È stata la mano di Dio (ex aequo)
Michele D’Attanasio per Freaks Out (ex aequo)
Compositore
Nicola Piovani per I fratelli De Filippo
Canzone originale
Diabolik :La profondità degli abissi. Musica, testi e interpretazione di Manuel Agnelli
Scenografia
Massimiliano Sturiale – Ilaria Fallacara per Freaks Out
Costumi
Ursula Patzak per Qui rido io
Trucco
Diego Prestopino – Emanuele De Luca e Davide De Luca per Freaks Out
Acconciatura
Marco Perna per Freaks Out
Montaggio
Massimo Quaglia, Annalisa Schillaci per Ennio
Suono
Ennio: Presa diretta: Gilberto Martinelli / Montaggio: Fabio Venturi / Mix: Gianni Pallotto
Effetti visivi VFX
Freaks Out: Stefano Leoni
Documentario
Ennio di Giuseppe Tornatore
Film internazionale
Belfast di Kenneth Branagh – Universal Pictures Gran Bretagna
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