Lo spettacolo

Giacomo Matteotti e Velia Titta, quando l'amore incontra la libertà e lotta per la democrazia

Uno spettacolo che ripercorre, attraverso le lettere tra Giacomo e Velia, i 12 anni del loro amore, e che restituisce con chiarezza la figura di un uomo premuroso con la famiglia, colto e sempre coraggiosamente in lotta per la democrazia e la libertà.

Lucia La Gatta

24 Febbraio 2024 - 21:39

Sul palco del Teatro Nuovo di Pisa l’attrice Valentina Lodovini e il musicista Valentino Corvino con le sue musiche. Una lettura scenica attraverso una selezione delle oltre 400 lettere che Giacomo Matteotti scrisse alla moglie Velia Titta, il doppio di quelle che ricevette da lei. Lettere lunghe, complesse, disseminate di osservazioni, descrizioni particolari di vita vissuta, preziose per comprendere la vita di Giacomo e Velia in pieno regime fascista.

La forza delle idee, i valori della nostra democrazia e quell’amore intenso e incondizionato che legava Giacomo Matteotti e sua moglie Velia. È attraverso questo invisibile filo che si è sviluppato lo spettacolo: “Dodici anni d’amore. L’intenso carteggio di Giacomo e Velia Matteotti" andato in scena al Teatro Nuovo di Pisa per il centenario della morte del segretario del partito socialista assassinato dai fascisti 100 anni fa.

Uno spettacolo che ripercorre, attraverso le lettere tra Giacomo e Velia, i 12 anni del loro amore, e che restituisce con chiarezza la figura di un uomo premuroso con la famiglia, colto e sempre coraggiosamente in lotta per la democrazia e la libertà. Sul palco l’attrice Valentina Lodovini e il musicista Valentino Corvino con le sue musiche. Una lettura scenica attraverso una selezione delle oltre 400 lettere che Giacomo Matteotti scrisse alla moglie Velia Titta, il doppio di quelle che ricevette da lei. Lettere lunghe, complesse, disseminate di osservazioni, descrizioni particolari di vita vissuta, preziose per comprendere la vita di Giacomo e Velia in pieno regime fascista. Nella seconda parte della serata, il giornalista e scrittore Aldo Cazzullo, ha avuto il compito di raccontare le efferatezze del regime fascista a partire dalla tragedia personale e familiare di Giacomo Matteotti, uno dei tanti "martiri del fascismo".

La vita, l’opera e la testimonianza di Matteotti sono un patrimonio prezioso ancora oggi per tramandare un esempio assoluto di valore civico e fede democratica. Per il rettore dell'Ateneo di Pisa Riccardo Zucchi "la lezione politica, i valori, lo stile antiretorico e sobrio" di Matteotti "hanno ancora molto da insegnarci. Per questo la ricorrenza del centenario della sua morte rappresenta per tutti noi una grande occasione di crescita collettiva". Tra le altre iniziative anche una mostra, itinerante, partita dalla Camera dei Deputati e che ha già fatto tappa al Polo museale dell’Università Sant’Orsola di Napoli e all’Archivio di Stato della Reggia di Caserta ed in questi giorni, a Pisa, nelle sale del Museo della Grafica di Palazzo Lanfranchi con un allestimento ampliato. Dodici le sezioni in cui si snoda il percorso espositivo definito dai due direttori scientifici, Stefano Caretti e Maurizio Degl'Innocenti, ciascuna dedicata a un aspetto fondamentale della vita e della personalità di Matteotti: La famiglia, L'uomo, Velia, Gli studi, Il socialista, La guerra e la "Pace cartaginese", Per gli Stati Uniti d'Europa, A Montecitorio, Contro il Fascismo, Il delitto, Intellettuali e disegnatori satirici, La memoria. 

Il segretario socialista, fu tra i primi a intuire il pericolo che si celava dietro lo squadrismo che si stava diffondendo nelle campagne italiane, e coordinò la resistenza delle organizzazioni contadine nella sua terra d'origine, il Polesine. Già vittima di varie intimidazioni, il 30 maggio del 1924 Matteotti denunciò con una durissima requisitoria alla Camera, i suoi sospetti di brogli elettorali durante le elezioni del 6 aprile 1924 ed il crescente clima di violenza messo in atto dalla nascente dittatura di Mussolini.  Una requisitoria che gli costò la vita, tanto che, alcune settimane dopo venne rapito dalla polizia segreta del regime fascista e assassinato. L’Italia, per ricordarlo, ha istituito un apposito Comitato con il compito di programmare, promuovere e curare lo svolgimento delle manifestazioni per le celebrazioni di questo centenario in tutto il Paese.

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